Amori e amicizie sulla panchina - I libri e i racconti

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La Panchina
 
Rapallo, agosto 1975
 
Ero solito recarmi alla rotonda sul mare all’ora del crepuscolo, la panchina era sempre libera. Non ci andavo per vedere il mare, avevo un motivo molto importante per recarmi su quella panchina, tutte le sere al tramonto, alla stessa ora e sempre da solo. Ma quella sera inaspettatamente un giovane solitario della mia stessa età raggiungeva la panchina e attaccava bottone. «Ciao, mi chiamo Yuri, alloggi anche tu qui a Rapallo?». Così iniziava un’amicizia. La ragione per cui eravamo alla stessa ora sulla stessa panchina era la medesima. «Sono innamorato perso di Laura e sono qui per lei… Alloggia per le vacanze a Zoagli, ma non c’è posto nell’unico albergo del piccolo borgo ed allora eccomi qui a Rapallo, a cinque chilometri dalla sua spiaggia, ma domattina sarò da lei!» E io replicavo «Ah, Laura, come l’amata del Petrarca, la donna angelicata». «Non scherzare, io l’amo per davvero e non è un personaggio letterario, ma splende di una bellezza reale, anche se lei ancora non lo sa…».
 
Anch’io avevo un segreto d’amore ed era il motivo per cui mi trovavo alla rotonda sul mare, a quell’ora precisa, tutte le sere al crepuscolo. Mi rivolgevo con il pensiero alla mia fidanzatina del tempo, partita per luoghi lontani, agli antipodi del mondo, da cui non sarebbe mai più ritornata. Ma Yuri non lo seppe mai.
 
Proseguimmo i nostri incontri quasi tutte le sere, prima alla rotonda e poi regolarmente al tavolino del Frigidarium Bar, famoso sul lungomare di Rapallo per il semifreddo al marron glacé, a raccontarci le nostre storie di vita, gli studi, i progetti… Io avevo da pochissimo iniziato la facoltà di medicina, mentre Yuri era al secondo anno di lettere con indirizzo linguistico. Sì, perché Yuri, con quel nome russo, ma milanese DOC di Porta Cicca (per i non meneghini Porta Ticinese), era per metà russo da parte di madre e già immaginava la sua futura tesi di laurea su inediti autori mai tradotti in italiano, letture abituali in famiglia. Ciò che tuttavia più mi colpì fu la determinazione con cui affermava di voler diventare scrittore, anzi già mi anticipava la trama dei libri che avrebbe scritto. A dire il vero a me sembrava, come dicono a Milano, un po’ “barlafus”…
 
E venne il grande giorno, quando lo accompagnai a Zoagli e conobbi lei, la donna angelicata, la Laura non petrarchesca ma reale. Bionda riccioluta, occhi azzurri, alta slanciata ed abbronzatissima, forme perfette nello striminzito bikini e pure colta. Non mi sembrava che avesse un grande interesse per il nostro russo milanese, ma, tant’è, li lasciai soli dicendomi: se saranno rose, fioriranno…
 
Passarono gli anni e ci perdemmo di vista. Ma non con Laura. Conquistata la sua fiducia dopo molti anni di frequentazione della stessa spiaggia, le chiesi come era andata a finire con Yuri: «mi corteggiò per anni come mai nessuno aveva fatto, con poesie sublimi e profumatissime rose… ed infine, ma dopo molto tempo, mi conquistò. Il tempo di un bacio appassionatissimo e lui scomparve, sparì nel nulla senza un motivo, né una spiegazione…confesso che ci sono rimasta molto male. Non so più nulla di lui».
 
Passarono ancora molti anni e in una pigra serata domestica davanti la TV, mentre trasmettevano il “Maurizio Costanzo Show”, lo rividi, sì, con la barba, ma era proprio lui. Saltai sulla sedia! Seguii la sua vicenda: Yuri era ora uno scrittore assiduo frequentatore dei principali talk show, nonché abile conferenziere, i suoi libri tutti best sellers, insomma non propriamente un “barlafus” come mi sembrò all’epoca… Incuriosito lessi alcuni dei suoi libri, nulla a che vedere con le trame anticipatemi al Frigidarium Bar, ma devo dire che mi piacquero.
 
Una sera assistetti ad una sua affollatissima conferenza. Al termine mi feci coraggio e con il suo nuovo libro in mano mi misi appositamente per ultimo nella lunga fila di donne adoranti che premevano per una dedica. Arrivato il mio turno Yuri, senza alzare lo sguardo, mi chiese se avevo qualche richiesta particolare per la dedica. «Yuri, non ti ricordi di me? Del tuo amico rapallese di tanti anni fa?». Rimase perplesso, poi sorpreso e dopo un silenzio di qualche attimo «oh caro! Non è che per caso avresti il numero di telefono di Laura, sai l’ho perso…». Nient’altro di significativo mi disse, eccetto i convenevoli di rito e mi liquidò con una generica dedica sul libro.
 
Non telefonò mai né a Laura, né a me…
 
Sulla panchina della rotonda sul mare di Rapallo ogni tanto ritorno ancora, al crepuscolo, da solo, nei mesi estivi.  Yuri non è più ricomparso, ma sono rimasti i ricordi di ormai oltre quaranta anni fa, su quella panchina rivolta verso il mare e verso il sud.
 
Ancora oggi ogni tanto Laura ed io ci troviamo per il tè del pomeriggio, la nostra è un’amicizia che dura da quarant’anni. Raramente parliamo di Yuri e degli amori passati.
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