Pablo Picasso - I libri e i racconti

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Omaggio a Pablo Picasso
A margine della mostra su Pablo Picasso del 2012, presso Palazzo Reale a Milano, esprimo qualche riflessione.
Inizierei con un Suo famoso aneddoto: “ho imparato a disegnare come Raffaello a 16 anni, mi ci è voluta tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino”: Picasso si forma come accademico pittore tradizionale “a tutto tondo” e “ad elevatissima qualità” (tra l’altro è figlio d’arte).
Due sono gli eventi principali che modificheranno radicalmente la Sua impostazione facendolo diventare l’artefice della più grande rivoluzione pittorica (di tutti i tempi? sicuramente della cesura a ponte fra ‘800 e ‘900).
1) l’incontro con le maschere primitive e l’arte africana (che porterà al passaggio dalla fase del periodo blù e poi rosa alla fase cubista: Les demoiselles d’Avignon).
2) l’incontro con la grande arte francese e parigina di fine secolo ‘800: se ne impadronisce completamente (in particolare dell’arte di Degas e Toulouse-Lautrec…e non ci sarebbe stato il cubismo senza le innovazioni pittoriche di Cézanne) per poi DISTRUGGERLA completamente, destrutturandola (insieme a Braque) con l’”invenzione “ del cubismo (prima “analitico” e poi “sintetico”); nel cubismo, per la prima volta, la figura e gli oggetti, così scomposti in cubi, cerchi, triangoli, possono essere rappresentati nella loro interezza, anche dietro e sopra e sotto…e questo va oltre le acquisizioni più avanzate della “prospettiva” e della tridimensionalità  che si possono rappresentare su una tavola a due dimensioni. Una vera rivoluzione! Per qualche detrattore, all'origine dei quadri cubisti, con la scomposizione della figura, ci sarebbe l'emicrania di cui soffriva: volti tagliati in verticale e particolari del volto sproporzionati potrebbero essere infatti il frutto delle visioni "spezzate" dei malati di aura visiva.

La mostra di Milano inizia con la rappresentazione di una copia di Guernica, ove la “rivoluzione cubista” è già in atto:
a) la copia presente in mostra ricorda come Guernica fosse stata portata a Milano, proprio a Palazzo Reale, nell’immediato periodo postbellico, ospitato, oggi come allora, nella Sala delle Cariatidi semidistrutta dai bombardamenti, oggi come allora…
b) Guernica è la più famosa tela di Picasso, dedicata al bombardamento della cittadina basca di Guernica ad opera dei tedeschi, in cui sono rappresentate la disumanità, la brutalità e la disperazione della guerra. Quello di Guernica fu infatti il primo bombardamento aereo contro una popolazione civile inerme che la storia ricordi. La tela ha un forte significato simbolico: il toro rappresenta la furia della guerra, il cavallo, il popolo ferito, i caduti a terra la sconfitta dell'umanità. Deformando i volti dei personaggi, le espressioni, riesce a denunciare in modo sconvolgente la guerra. Guernica rappresenta il primo “quadro” al mondo con chiara valenza politica e di denuncia.
c) A mio avviso la qualità dell’arte si esprime nell’armonica sintesi fra contenuti estetici e rilevanza dei significati evocati: e, sempre a mio avviso, non esiste quadro al mondo ove questa sintesi sia più alta. Per intenderci i “bellissimi” (e indubbiamente) quadri impressionisti (che tanto piacciono alle donne... rappresentano il massimo dell’estetica (mai la pittura giunse a tale assoluta aderenza analogica alla natura) ma, a mio avviso, con relativa povertà di contenuti/significati. E, viceversa, la pittura/arte moderna concettuale informale astratta etc etc, così ricca di significanza (forse...), è troppo spesso un abominio estetico.
Due considerazioni finali:
1) L’incredibile analogia, nella storia personale e politica e professionale, fra 2 geni della pittura:
   Picasso (la rivoluzione pittorica fra ‘800 e ‘900) e F. Goya (nella cesura fra ‘700 e ‘800)
a) entrambi artefici di una rivoluzione pittorica alla cesura fra 2 secoli (fra ‘700 e ‘800 per Goja e fra ‘800 e ‘900 per Picasso)
b) entrambi spagnoli
c) entrambi “plasmati” dalla vicende di Francia (l’invasione imperialistica napoleonica della spagna e la “tragedia” del tradimento dei valori rivoluzionari del 1789 per Goya; il trasferimento in Francia di Picasso durante il franchismo ma con l’acquisizione della grande arte francese di fine ‘800). Qualcuno, non so chi, ha affermato che l’espressione esplosiva del genio umano, chissà perché, avverrebbe sempre e in ogni campo, all’inizio di ogni secolo…ma per il XXI secolo mi sembra che ci siano dei ritardi...
2) Picasso ha prodotto una quantità enorme di opere, sebbene moltissime siano rapide ed abbozzate “ciofeche” create al solo scopo di far fronte alla grande necessità di soldi (sposato due volte, ha avuto   quattro figli da tre donne diverse e numerosissime relazioni extra-coniugali...): questo non toglie che Picasso sia, a mio avviso, il più grande rivoluzionario nella storia dell’arte e Guernica l’unico quadro che salverei in un’ipotetica fine del mondo
Per concludere allego la riproduzione di un pittore veneziano di metà ‘600, non ha importanza il nome, al seguito di una delegazione/ambasceria veneziana a Milano, che ritrae Palazzo Reale e il Duomo di Milano in una veste architettonica molto diversa da oggi.

(Nell’immagine: il duomo e palazzo reale alla metà del'600)

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